venerdì 22 novembre 2019

L'accoglienza consapevole dell'anima


Il canto del bambino
C’è una tribù in Africa, dove la data di nascita di un figlio non viene conteggiata da quando nasce, né da quando viene concepito ma dal giorno in cui nella mente della futura mamma si forma il pensiero del piccolo. Di fatti, quando questo pensiero diventa certezza e la donna decide che avrà un bambino, si reca nei boschi da sola e seduta sotto ad un albero ascolta in silenzio, fino a quando riesce a sentire il canto dello spirito del bambino che vuole venire nel suo grembo.
In seguito, dopo aver sentito la canzone del bambino ella torna da colui che sarà il padre del piccolo e gli insegna la canzone del loro futuro figlio. Fanno quindi l’amore per concepire fisicamente il bambino e per un po’ di tempo cantano la canzone del piccolo in modo tale da invitarlo nel grembo della madre.
Una volta che la madre è incinta, ella insegna la canzone del bambino alle levatrici e alle vecchie donne del villaggio, questo per fare in modo che tutti possano cantare la canzone e accogliere il piccolo quando nascerà. Questa canzone però non viene usata solo per accoglierlo ma in tutti i momenti della vita del bambino, infatti la canzone viene insegnata a tutti i componenti del villaggio e viene cantata nei momenti più importanti come i riti di pubertà, i successi ottenuti, o anche per consolarlo da una brutta caduta, da un ginocchio sbucciato, chi gli da una mano canta la sua canzone per onorare e consolare questa persona.
Nella tribù africana esiste però un’altra occasione in cui tutti gli abitanti del villaggio cantano al bambino: qualora, in qualsiasi momento durante la vita egli dovesse commettere un crimine o un atto sociale aberrante, l’individuo verrà chiamato al centro del paese e le persone della comunità formeranno un cerchio intorno a lui o a lei e gli canteranno la sua canzone. Questo perché il popolo africano non concepisce la punizione come la giusta cosa da fare per la correzione del comportamento dell’individuo, ma usa invece l’amore e il ricordo della propria identità per riportalo sulla retta via. Secondo la tribù quando l’individuo riconosce la propria canzone, quindi torna alle sue origine, al senso di amore e casa, ogni voglia o bisogno di fare cose che possono ferire gli altri, sparisce.
In ogni momento della vita la persona si sentirà cantare la sua canzone che in origine lui ha deciso, verrà cantata al suo matrimonio insieme a quella della sua consorte, verrà cantata anche il giorno in cui sdraiato sul letto sarà pronto per morire, e tutti gli abitanti gli staranno intorno e gli ricorderanno il suo canto per accompagnarlo per l’ultima volta alla fine del viaggio della vita.

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