lunedì 19 agosto 2019

Articolo "Nascere e rinascere" nella rivista D&D, Nr. 105, Aprile 2019


Nascere e rinascere  uno strumento per aumentare la sensibilità di comprendere le violenze ostetriche vissute dalla coppia madre/bambino e per potenziare la capacità di affievolirne gli effetti.
Evelina Proli, Fritz Baehler
Il momento del parto, non rappresenta la prima tappa della vita di un essere umano, ma è l’epilogo di un lungo viaggio che ha inizio con il concepimento, prosegue nel grembo materno nei mesi di gestazione fino a terminare con l’ingresso fisico nel mondo attraverso il canale del parto.
Tutte le sensazioni che avremo provato, le emozioni che ci avrà trasmesso nostra madre, le difficoltà e i dolori provati durante il travaglio, la stanchezza e forse la paura di non farcela, determinerà nel nostro corpo e nella nostra psiche un’impronta che accompagnerà il resto della nostra vita e caratterizzerà il nostro modo di porci di fronte agli ostacoli o il momento di effettuare delle scelte. Anche il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi sottostarà al condizionamento del vissuto pre e perinatale il quale, rimanendo nell’inconscio, porterà a ricalcare gli schemi messi in atto nell’esperienza di nascita, oppure sfociare in sintomi fisici o fobie [W. Emerson, 1996].
L’effetto di ciò che avviene durante la vita pre e perinatale è spesso sottovalutato e scarsamente preso in considerazione nella nostra realtà socio-culturale dove l’attenzione è focalizzata sulla gravidanza intesa come patologia, dove si interviene con una eccessiva medicalizzazione e controllo che nasconde paure o condizionamenti sociali, andando ad aumentare il ricorso ai parti operativi e portando la donna a sentirsi sfiduciata sulle proprie capacità di partorire e di connettersi con il proprio bambino. Come conseguenza possiamo trovare un neonato che si esprimerà con pianti inconsolabili, potrà avere disturbi del sonno, difficoltà di nutrizione (suzione, deglutizione) e difficoltà digestive (coliche). Spesso rifiuterà il contatto fisico e avrà difficoltà ad entrare in relazione (bounding e attaccamento). A lungo termine potrà sviluppare difficoltà a relazionarsi, manifestare shock cronici (reazioni di paura o spavento), fobie di invasione o di controllo, sviluppare una scarsa autostima con sensi di colpa, andare in contro ad abuso di sostanze, dolori cronici e altri disturbi comportamentali ed emotivi. [D. Chamberlain 1999; W. Emerson, 1998]
Il momento dell’accoglienza del neonato racchiude l’opportunità di affievolire il vissuto traumatico pre e perinatale se viene effettuato con comprensione, compassione ed empatia [R. Castellino, 2000; W. Emerson, 1998]. Il contatto pelle a pelle e l’attacco al seno precoce, sono aspetti favorevoli per sostenere la coppia madre/bambino nel processo di superamento del trauma. È fondamentale riconoscere ed onorare il loro vissuto doloroso e rispettare il loro tempo di ripresa. A tale scopo può essere utile rimandare le routine assistenziali evitando di sottoporre la coppia madre/bambino ad ulteriori stress nel rispetto della loro grande e scioccante fatica e sostenerli nella loro capacità di guarigione.
Gli innumerevoli anni di studio di psicologia pre e perinatale che effettuarono tra gli altri William Emerson e Ray Castellino, portarono ad individuare strumenti efficaci in grado di sanare o perlomeno affievolire i traumi e gli effetti da essi derivanti. Valutarono l’applicazione e l’utilità di questi strumenti nelle diverse fasi della vita – neonati, bambini, adolescenti e adulti. Tali studi evidenziarono come i bambini trattati precocemente, rimangono privi degli effetti nominati in precedenza. Sviluppano maggiore capacità di stare nel presente e quindi sono più fiduciosi. Hanno una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità, scelgono più frequentemente la cooperazione, sviluppano un modo d’apprendimento personale, ma efficace, sono emotivamente consapevoli, empatici, non aggressivi, mutualmente comunicativi, affidabili, capaci di legame con gli altri e in grado di distinguere l’affidabilità negli altri [R. Castellino, 2000; W. Emerson, 2001]. Invece i bambini non trattati, incontrando eventi simili al vissuto pre e perinatale, hanno una grande probabilità di rinforzare l’effetto del trauma con conseguente cronicità dei sintomi [W. Emerson 1996]. Questo processo si chiama ricapitolazione.
Tanti sintomi e aspetti caratteriali di molte persone, sono in realtà una ricapitolazione di traumi pre e perinatali. Possiamo individuarli nel modo in cui queste persone guidano la macchina, escono da casa, prendono decisioni, si relazionano con gli altri, camminano e si muovono [D. Chamberlain, 1999; W. Emerson, 1998]. Il lavoro che viene svolto con gli adulti, dovendo sciogliere dei traumi più strutturati, necessita di tempi più lunghi. Rimane comunque efficace nello sciogliere i condizionamenti dai traumi pre e perinatali e permette di acquisire una maggiore sensibilità di comprendere i traumi vissuti dalla coppia madre/bambino sviluppando una crescente potenzialità per sostenerli nei loro bisogni.
Come si svolge il lavoro per sciogliere gli effetti dei traumi pre e perinatali negli adulti?
Lavorando in piccoli gruppi, in un ambiente caldo ed accogliente che tenderà a riprodurre il grembo materno, si cerca di creare degli stimoli come ad esempio le contrazioni uterine esercitando delle pressioni sul corpo, la dilatazione della cervice, il passaggio nel canale del parto ed infine l’accoglienza. Questo permette al nostro inconscio di far emergere i ricordi rimossi della nascita e prendere cosi consapevolezza del proprio condizionamento. A volte può essere già sufficiente per il superamento dei traumi leggeri. Spesso invece si renderà necessario intraprendere un altro passo chiamato rischematizzazione o rinascita. La rinascita consiste nell’esperienza di una nascita modificata. Avendo preso consapevolezza del condizionamento, si può modificare il processo della nascita e vivere una rinascita evitando la sofferenza. Si può così rilasciare il trauma e anche riconoscere le risorse che abbiamo messo in atto in quel momento difficile e trovare nuovi schemi e nuovi modi di essere più funzionali per la nostra esistenza.
Questo lavoro esperienziale risulta utile per tutte quelle persone la cui vita è caratterizzata da traumi riconducibili a violenze ostetriche, ai futuri genitori per accrescere la loro consapevolezza e sensibilità nell’accogliere fin dall’inizio nel migliore dei modi il loro bambino, ma soprattutto questo è un valido strumento per le ostetriche per sostenere con sensibilità in tutto il periodo pre e perinatale la coppia madre/bambino, per accogliere ed onorare il vissuto del bambino e per poter sanare anche i propri traumi che potrebbero interferire, risuonando, durante il sostegno.
Ci piace pensare che le ostetriche essendo i guardiani della porta del mondo, aiutino a migliorare l’ingresso e la vita futura di ogni nuovo essere umano.
Per informazioni sul corso:”Nascere e Rinascere” scrivere a: prolievelina@gmail.com
                                                                                                Fritzbaehler@libero.it
Evelina Proli
Ostetrica dal 1989, ha lavorato fino al 2005 presso la ASL Rm21. Nel 2006/2008 ha frequentato corso di counseling base presso Aspic Roma. Lavora come informatore medico nel settore della fitoterapia in età pediatrica e vive a Viterbo.
Fritz Baehler
Nato in Svizzera, si è trasferito nel 2000 in Italia cambiando la sua vita da ingegnere ambientale a terapista, studiando prima la terapia della polarità (Polarity) a Zurigo per poi laurearsi in fisioterapia all’Università di Bologna (2008). Contemporaneamente si è formato in terapia pre- e perinatale secondo Ray Castellino e William Emerson. Riceve neonati, bambini e adulti nel suo studio a Montefiascone (VT).

Bibliografia:
D. Chamberlain, Obstetrics and the Prenatal Psyche. In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 14, Issue 1/2, Lancaster, 1999.
R. Castellino, The Stress Matrix: Implications for Prenatal and Birth Therapy. In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 15, Issue 1, Lancaster, 2000.
W. Emerson, Treating Cesarean Birth Trauma During Infancy and Childhood, In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 15, Issue 3, Lancaster, 2001.
W. Emerson, Birth Trauma: The Psychological Effects of Obstetrical Interventions, In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 13, Issue 1, Lancaster, 1998
W. Emerson, The Vulnerable Prenate, In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 10, Issue 3, Lancaster, 1996

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