Nascere e rinascere uno strumento
per aumentare la sensibilità di comprendere le violenze ostetriche vissute
dalla coppia madre/bambino e per potenziare la capacità di affievolirne gli
effetti.
Evelina Proli, Fritz
Baehler
Il momento del parto, non rappresenta la prima tappa della
vita di un essere umano, ma è l’epilogo di un lungo viaggio che ha inizio con
il concepimento, prosegue nel grembo materno nei mesi di gestazione fino a
terminare con l’ingresso fisico nel mondo attraverso il canale del parto.
Tutte le sensazioni che avremo provato, le emozioni che ci avrà trasmesso nostra madre, le difficoltà e i dolori provati durante il travaglio, la stanchezza e forse la paura di non farcela, determinerà nel nostro corpo e nella nostra psiche un’impronta che accompagnerà il resto della nostra vita e caratterizzerà il nostro modo di porci di fronte agli ostacoli o il momento di effettuare delle scelte. Anche il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi sottostarà al condizionamento del vissuto pre e perinatale il quale, rimanendo nell’inconscio, porterà a ricalcare gli schemi messi in atto nell’esperienza di nascita, oppure sfociare in sintomi fisici o fobie [W. Emerson, 1996].
Tutte le sensazioni che avremo provato, le emozioni che ci avrà trasmesso nostra madre, le difficoltà e i dolori provati durante il travaglio, la stanchezza e forse la paura di non farcela, determinerà nel nostro corpo e nella nostra psiche un’impronta che accompagnerà il resto della nostra vita e caratterizzerà il nostro modo di porci di fronte agli ostacoli o il momento di effettuare delle scelte. Anche il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi sottostarà al condizionamento del vissuto pre e perinatale il quale, rimanendo nell’inconscio, porterà a ricalcare gli schemi messi in atto nell’esperienza di nascita, oppure sfociare in sintomi fisici o fobie [W. Emerson, 1996].
L’effetto di ciò che avviene durante la vita pre e perinatale
è spesso sottovalutato e scarsamente preso in considerazione nella nostra
realtà socio-culturale dove l’attenzione è focalizzata sulla gravidanza intesa
come patologia, dove si interviene con una eccessiva medicalizzazione e
controllo che nasconde paure o condizionamenti sociali, andando ad aumentare il
ricorso ai parti operativi e portando la donna a sentirsi sfiduciata sulle
proprie capacità di partorire e di connettersi con il proprio bambino. Come
conseguenza possiamo trovare un neonato che si esprimerà con pianti
inconsolabili, potrà avere disturbi del sonno, difficoltà di nutrizione
(suzione, deglutizione) e difficoltà digestive (coliche). Spesso rifiuterà il contatto
fisico e avrà difficoltà ad entrare in relazione (bounding e attaccamento). A
lungo termine potrà sviluppare difficoltà a relazionarsi, manifestare shock
cronici (reazioni di paura o spavento), fobie di invasione o di controllo, sviluppare
una scarsa autostima con sensi di colpa, andare in contro ad abuso di sostanze,
dolori cronici e altri disturbi comportamentali ed emotivi. [D. Chamberlain
1999; W. Emerson, 1998]
Il momento dell’accoglienza del neonato racchiude
l’opportunità di affievolire il vissuto traumatico pre e perinatale se viene effettuato
con comprensione, compassione ed empatia [R. Castellino, 2000; W. Emerson, 1998].
Il contatto pelle a pelle e l’attacco al seno precoce, sono aspetti favorevoli
per sostenere la coppia madre/bambino nel processo di superamento del trauma. È
fondamentale riconoscere ed onorare il loro vissuto doloroso e rispettare il
loro tempo di ripresa. A tale scopo può essere utile rimandare le routine
assistenziali evitando di sottoporre la coppia madre/bambino ad ulteriori stress
nel rispetto della loro grande e scioccante fatica e sostenerli nella loro
capacità di guarigione.
Gli innumerevoli anni di studio di psicologia pre e perinatale
che effettuarono tra gli altri William Emerson e Ray Castellino, portarono ad individuare
strumenti efficaci in grado di sanare o perlomeno affievolire i traumi e gli
effetti da essi derivanti. Valutarono l’applicazione e l’utilità di questi
strumenti nelle diverse fasi della vita – neonati, bambini, adolescenti e
adulti. Tali studi evidenziarono come i bambini trattati precocemente, rimangono
privi degli effetti nominati in precedenza. Sviluppano maggiore capacità di
stare nel presente e quindi sono più fiduciosi. Hanno una maggiore
consapevolezza delle proprie potenzialità, scelgono più frequentemente la
cooperazione, sviluppano un modo d’apprendimento personale, ma efficace, sono
emotivamente consapevoli, empatici, non aggressivi, mutualmente comunicativi,
affidabili, capaci di legame con gli altri e in grado di distinguere
l’affidabilità negli altri [R. Castellino, 2000; W. Emerson, 2001]. Invece i
bambini non trattati, incontrando eventi simili al vissuto pre e perinatale,
hanno una grande probabilità di rinforzare l’effetto del trauma con conseguente
cronicità dei sintomi [W. Emerson 1996]. Questo processo si chiama
ricapitolazione.
Tanti sintomi e aspetti caratteriali di molte persone, sono in
realtà una ricapitolazione di traumi pre e perinatali. Possiamo individuarli nel
modo in cui queste persone guidano la macchina, escono da casa, prendono
decisioni, si relazionano con gli altri, camminano e si muovono [D. Chamberlain,
1999; W. Emerson, 1998]. Il lavoro che viene svolto con gli adulti, dovendo sciogliere
dei traumi più strutturati, necessita di tempi più lunghi. Rimane comunque efficace
nello sciogliere i condizionamenti dai traumi pre e perinatali e permette di acquisire
una maggiore sensibilità di comprendere i traumi vissuti dalla coppia
madre/bambino sviluppando una crescente potenzialità per sostenerli nei loro
bisogni.
Come si svolge il lavoro per sciogliere gli effetti dei traumi pre e
perinatali negli adulti?
Lavorando in piccoli gruppi, in
un ambiente caldo ed accogliente che tenderà a riprodurre il grembo materno, si
cerca di creare degli stimoli come ad esempio le contrazioni uterine esercitando
delle pressioni sul corpo, la dilatazione della cervice, il passaggio nel
canale del parto ed infine l’accoglienza. Questo permette al nostro inconscio di
far emergere i ricordi rimossi della nascita e prendere cosi consapevolezza del
proprio condizionamento. A volte può essere già sufficiente per il superamento
dei traumi leggeri. Spesso invece si renderà necessario intraprendere un altro
passo chiamato rischematizzazione o rinascita. La rinascita consiste
nell’esperienza di una nascita modificata. Avendo preso consapevolezza del
condizionamento, si può modificare il processo della nascita e vivere una
rinascita evitando la sofferenza. Si può così rilasciare il trauma e anche
riconoscere le risorse che abbiamo messo in atto in quel momento difficile e
trovare nuovi schemi e nuovi modi di essere più funzionali per la nostra
esistenza.
Questo lavoro esperienziale risulta utile per tutte quelle
persone la cui vita è caratterizzata da traumi riconducibili a violenze
ostetriche, ai futuri genitori per accrescere la loro consapevolezza e
sensibilità nell’accogliere fin dall’inizio nel migliore dei modi il loro
bambino, ma soprattutto questo è un valido strumento per le ostetriche per
sostenere con sensibilità in tutto il periodo pre e perinatale la coppia
madre/bambino, per accogliere ed onorare il vissuto del bambino e per poter sanare
anche i propri traumi che potrebbero interferire, risuonando, durante il
sostegno.
Ci piace pensare che le ostetriche essendo i guardiani della
porta del mondo, aiutino a migliorare l’ingresso e la vita futura di ogni nuovo
essere umano.
Per informazioni sul corso:”Nascere e Rinascere” scrivere a: prolievelina@gmail.com
Evelina Proli
Ostetrica dal 1989, ha lavorato fino al 2005 presso la ASL
Rm21. Nel 2006/2008 ha frequentato corso di counseling base presso Aspic Roma.
Lavora come informatore medico nel settore della fitoterapia in età pediatrica
e vive a Viterbo.
Fritz Baehler
Nato in Svizzera, si è trasferito nel 2000 in Italia
cambiando la sua vita da ingegnere ambientale a terapista, studiando prima la
terapia della polarità (Polarity) a Zurigo per poi laurearsi in fisioterapia
all’Università di Bologna (2008). Contemporaneamente si è formato in terapia
pre- e perinatale secondo Ray Castellino e William Emerson. Riceve neonati,
bambini e adulti nel suo studio a Montefiascone (VT).
Bibliografia:
D. Chamberlain, Obstetrics and the Prenatal Psyche. In: Journal
of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 14,
Issue 1/2, Lancaster, 1999.
R. Castellino,
The Stress Matrix: Implications for Prenatal and Birth Therapy. In: Journal of
Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 15,
Issue 1, Lancaster, 2000.
W. Emerson, Treating Cesarean Birth Trauma During Infancy and
Childhood, In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health, Volume 15,
Issue 3, Lancaster, 2001.
W. Emerson, Birth Trauma: The Psychological Effects of
Obstetrical Interventions, In: Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and
Health, Volume 13,
Issue 1, Lancaster, 1998
W. Emerson, The Vulnerable Prenate, In: Journal of Prenatal
and Perinatal Psychology and Health, Volume 10, Issue
3, Lancaster, 1996
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